mercoledì 11 settembre 2013

Il gusto delle cazzate orientali

Da un po' di anni va di moda, nei festival cinematografici più importanti di tutto il mondo, premiare film orientali. Posso capire che il linguaggio del cinema è universale e si può manifestare attraverso le culture più disparate, lontane dalla nostra visione occidentalizzata delle emozioni, e per questo difficili da comprendere dal punto di vista del nostro personale livello interpretazionale di simbolismi e metafore. Ma, diciamola tutta, ormai questi film si premiano perché è "normale" farlo; perché un festival internazionale di cinema deve mettere in risalto il cinema orientale, il quale in passato non ha trovato un posto nel panorama internazionale capitanato dalla patinata e commerciale Hollywood; perché anche se il suddetto film orientale è, citando Fantozzi, "una cagata pazzesca", esso verrà premiato e osannato dalla critica solo perché è orientale. E quindi assistiamo ad un meta festival della sboroneria dove i critici non criticano ma fanno a gara a chi spara le meenchiate più grosse per elogiare un film che in realtà non ha motivo di essere elogiato, tutto questo per sembrare sempre meno commerciali all'occhio di un pubblico sempre più indie a livelli estremi. Che poi essere indie di questi tempi è diventato di moda, o mainstream, per citare gli stessi indie preformati in fabbrica tutti Converse, Reflex e cinema orientale, quindi c'è un senso ossimorico nello stesso definirsi indipendente. Io nemmeno ce l'ho col cinema orientale, mi piacciono Kim-Ki Duk e Wong Kar Wai (nella mia testa sento i critici indipendenti della funcia che stanno diventando insopportabili e che mi dicono "ma sono i più commerciali, i più occidentalizzati". Una delle mie ventordicimila personalità li zittisce gridando "guardatevi Arirang!". Se non è patologia mentale questa... ). Ok. Tutto questo preambolo era per parlare di un film orientale che ha vinto l'Orso d'argento a Berlino e che la critica adora ma che io trovo obbrobrioso. Dopo una mezz'oretta ti fa andare in bagno meglio del Guttalax. Si, recensisco "Il gusto dell'anguria".




Il film è ambientato in una Taiwan priva di acqua. -Per la serie "addentriamoci nel campo delle metafore senza senso per giustificare le meenchiate visionarie del regista" la mancanza di acqua rappresenterebbe, secondo la critica positivista, l'aridità dei sentimenti umani in una grande metropoli al giorno d'oggi-
Il protagonista (che la critica mi dice svolgesse prima il mestiere di orologiaio ma io non l'ho capito perché nel film non c'è nemmeno un minuscolo riferimento agli orologi, c'è solo 'sto tizio scazzato che per rimorchiare inizia ad aggiustare tutto, tipo McGiver e l'Ispettore Gadget fusi insieme ma con gli occhi a mandorla) è un attore porno. La prima scena del film, difatti, si apre con una donna con un'anguria in mezzo alle gambe. -Sempre per la serie "addentriamoci nel campo delle metafore senza senso per giustificare le meenchiate visionarie del regista" in questa particolare scena, l'anguria prima è una metafora della vulva femminile, tanto che porta la ragazza ad avere un orgasmo. Poi il nostro frutto diventata simbolo fallico, in quanto, con la polpa d'anguria, viene rappresentata la violenza e la mancanza d'aria che può causare una fellatio. Poi lui si mette l'anguria sulla testa a mo' di casco e sembra un menomato che tenta di fare sesso e per questo credo che non ci sia nessuna metafora nascosta, ma vabbè...


Sarà una Vespa Special che ti toglie i problemi!

Ma poi c'è l'incontro. Lui dorme in un parco pubblico, su un dondolo per bambini. Lei è un'approfittatrice rompi coglioni che ha perso le chiavi nell'asfalto fresco. Lei ruba a lui tutta la sua acqua potabile. Lui si sveglia, la guarda, non si accorge dell'acqua. Ha una canottiera improbabile che ricorda vagamente le camicie di Ace Ventura. Forse si vergogna un po' di quella canottiera e quindi non apre bocca. Lei non parla nemmeno e con i suoi poteri psichici gli chiede ri recuperare la chiave nell'asfalto, di aggiustarle il frigo, il forno, la padella per friggere ecc... Lei spera che prima o poi facciano sesso, lui non le dice che è un porno attore e decide di rimanere in astinenza fuori dal set senza dare troppe spiegazioni. Lui va a farsi un bagno in una cisterna e si trasforma in un pesce. Si, avete capito bene. -Per la serie "addentriamoci nel campo delle metafore senza senso per giustificare le meenchiate visionarie del regista" no. Ho già esaurito le metafore!-

Capitan Findus smettila di fare nodi e vai a pescare nelle cisterne.

Lui continua a girare film porno e alla sua collega resta incastrato il tappo di una bottiglia nella vagina. Lui lo recupera ma è sempre più innamorato dell'approfittatrice rompi coglioni. A causa dei suoi sentimenti si vede protagonista di alcune gag musicali nelle quali è vestito da donna e poi da pene. -Per la serie "addentriamoci nel campo delle metafore senza senso per giustificare le meenchiate visionarie del regista" il suo senso di colpa cerca di reprimere la sua virilità da attore porno con canottiere improbabili per far spazio al sentimento-
Nel frattempo lei, senza nessun apparente motivo, finge di partorire un'anguria nelle scale del palazzo dove vive. Poi la mette in frigo e se la limona. 
L'epilogo è vicino: i due innamorati decidono di affittare dei film porno, lei si offre per far del sesso orale ma lui la imprigiona sotto la canottiera improbabile. Lei trova l'attrice porno con il tappo vaginale morta in ascensore, se la porta a casa e mette su un film porno (più scrivo e più mi rendo conto che tutto ciò non ha nessuna logica!); Così si accorge che lui è un attore di film zozzoni (e magari ci resta male perché ce l'ha pure piccolo). Porta l'attrice morta che pesa un botto al piano superiore del palazzo dove stanno per girare una scena hot. Lui vede lei, lei vede lui. Lui diventa necrofilo e fa sesso con la morta. La morta non fa versi e quindi lui non riesce ad eiaculare. Lei da una finestrella vede la scena e inizia a doppiare la morta. Lui, subito prima di venire, glielo mette in bocca attraverso la finestrella. Lei piange: era davvero troppo piccolo. Quanta fatica sprecata.
Scusate la scurrilità della descrizione ma il film è sul serio così. E la critica me lo spaccia per surreale perché ha vinto un Orso d'argento. Questa roba non è surreale, è priva di poesia o di logica. Fellini faceva film surreali. I burattini di Pasolini che guardano le nuvole sono surreali. Gli angeli depressi di Wim Wenders sono surreali. Un attore porno che si trasforma in pesce non è surreale!
Passo e chiudo.
[Khaleesi]